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Storia del profumo 

Il profumo pervade la storia e la cultura dell’uomo da quasi sette millenni. Presso tutti i popoli ha svolto due funzioni, religiosa e profana: il termine “profumo” viene dal latino - per fumum - che significa letteralmente “attraverso il fumo” dal momento che i primi profumi consistevano in aromi bruciati, come l’incenso, in offerta agli dei e agli antenati.


L’arte di miscelare gli aromi, originari del Medio Oriente, si diffonde verso Occidente, in Grecia e a Roma con le campagne militari di Alessandro Magno, prima di conquistare l’Asia grazie alla mediazione dei mercanti arabi e di ritornare poi in Europa al tempo delle Crociate, chiudendo così un cerchio che lega in modo sottile e profumato usi e costumi dell’uomo in tutto il mondo.

 

L’arte della creazione di un profumo è tutt’altro che ovvia ed accessibile: si basa sull’applicazione di regole e metodologie complesse e attinge a strumenti tecnici sempre più sofisticati. Dal semplice artigianato sta evolvendo, anche nel mondo del naturale, verso una dimensione nella quale la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica costituiscono un valore aggiunto alla rarità ed alla preziosità intrinseca di alcune materie prime. 

Sono circa 3.000 le materie prime a disposizione di un creatore profumiere, classificate sulla “regia del profumiere” (in francese l’orgue) o organo, dalla quale attinge per “comporre” le sue creazioni. Le materie prime hanno diverse origini: naturale, di sintesi o riproduzioni e vengono ottenute attraverso processi di trasformazione diversificati.

Dal punto di vista puramente tecnico, una composizione è un assemblaggio in successione di materie prime complementari tra di loro. 

Ogni accordo di materie prime della stessa famiglia costituirà una sfaccettatura olfattiva con specifiche caratteristiche fisiche, che nell’evaporare con diversa volatilità costituiranno la struttura teorica del profumo o “piramide”, divisa in 3 fasi di sviluppo: la testa, il cuore e il fondo.

 

 

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